Il 17 dicembre 2021 la Commissione per l’Innovazione del Sistema Penitenziario, istituita con d.m. 13 settembre 2021, allo scopo di formulare alcune proposte per migliorare la qualità della vita delle persone recluse e di coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari, ha presentato la sua Relazione Finale.

Nello specifico, le proposte della Commissione consistono nella revisione di numerose disposizioni del regolamento penitenziario del 2000 e nella rimozione di quegli “ostacoli” presenti nella normativa primaria, al fine di incidere sul sistema penitenziario e renderlo conforme ai principi costituzionali e agli standard internazionali.

La Relazione prevede dunque la presentazione di puntuali modifiche, redatte in forma di articolato, nonché di 8 linee guida per la rimodulazione dei programmi di formazione del personale e di 35 azioni amministrative, da porre immediatamente in campo, per migliorare la qualità della vita nell’esecuzione penale.

Significative in tal senso le proposte relative al tema della salute nell’esecuzione della pena, in linea con quelle elaborate dal Tavolo 10 (“Salute e disagio psichico”) degli Stati Generali sull’Esecuzione Penale.

Le questioni affrontate con particolare riferimento a quest’ultimo tema riguardano sinteticamente i seguenti punti: l’implementazione della telemedicina (con adeguamento delle risorse strumentali, mediante device di ultima generazione che permettano accertamenti a distanza e di cui la sperimentazione compiuta presso i quattro istituti di Rebibbia costituisce sicuramente un esempio a cui tendere); la completa realizzazione del fascicolo sanitario del detenuto attraverso la piena digitalizzazione delle cartelle cliniche; la centralità del rispetto del principio di territorialità, da rendere obbligatoria nei casi di detenuti con patologie croniche, in particolare psichiatriche o da dipendenza, pena l’impossibilità di garantire il diritto alla salute; la necessità di investire sulla costante, adeguata, uniforme e sollecita definizione di programmi trattamentali; la riattivazione dell’attenzione sugli interventi per la riduzione del rischio suicidario, il quale rappresenta uno dei problemi più drammatici ed urgenti che il sistema penitenziario ha il dovere di affrontare.

Su questi punti, la Commissione ha dunque elaborato articolate proposte di modifica, le quali coinvolgono non solo la legge penitenziaria (l. 354/1975) e il regolamento di esecuzione (D.p.r. 230/2000), ma anche disposizioni del codice penale e del codice di procedura penale.

Significative, soprattutto, le innovazioni che si auspica verranno apportate alla disposizione disciplinante il servizio sanitario nelle carceri italiane (di cui all’art. 11 l. 354/1975).

Nelle intenzioni della Commissione, tale norma dovrà rappresentare la “tavola dei valori” in tema di tutela della salute in carcere, indicando con chiarezza i principi ispiratori del trattamento sanitario penitenziario, le competenze ossia i soggetti istituzionali tenuti a garantire le prestazioni sanitarie, le relative responsabilità e il livello di effettività della tutela medesima.

 

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