Lessici della cura e parole della legge: essere operatori tra un linguaggio e l’altro

Una profonda crisi di senso e di metodo sta attraversando i modelli educativi, i saperi della cura, i costrutti giuridici e più in generale le discipline che si propongono di intervenire a favore degli individui.
In un arco temporale ristrettissimo è come se si fossero appannate le lenti con le quali si sta osservando l’accadere, un accadere che sembra fuggire altrove rispetto a quel che si dice di lui.

Le architetture argomentative appaiono sul punto di smarrire le loro ‘ragionevoli discorsività’: le procedure cliniche, le narrazioni educative, le norme giuridiche sono sempre più spesso espressioni di formulari tecnici incapaci di cogliere le persone, quasi ormai fossero manuali delle istruzioni indirizzati a trattare cose.

Di conseguenza, le competenze degli operatori, il loro desiderio di essere attivatori di processi vivi di cambiamento, le loro stesse intelligenze sono sottoposte ad una sorta di perdurante spaesamento.
Occorre cercare la via d’uscita dalla paralisi, mettersi in gioco per emanciparsi dal rischio di divenire vuoti ritornelli dell’impotenza o, all’opposto, puri funzionari di un potere estraneo.

Lab_O # 3 è un Laboratorio di formazione transdisciplinare applicata al piano operativo nell’incontro tra i linguaggi delle discipline psico-socio-sanitarie e quelli delle norme giuridiche.
Esso pone con radicalità la questione del senso nelle professioni della cura, nelle scienze umane e nelle istituzioni che avrebbero il compito di mettere i bisogni dei concreti soggetti viventi al centro delle proprie finalità.