Per il reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti non è sufficiente la sola positività alla sostanza, come nel caso di guida in stato di ebbrezza.

Con la sentenza n. 3900/2021 la Quarta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un trentenne che era stato condannato sia in primo che in secondo grado per il reato di cui all’articolo 187 comma 1 del Codice della Strada (clicca qui per vedere l’art. 187 comma 1 del CdS)

Nella motivazione alla sentenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è sufficiente che “l’agente si sia posto alla guida del veicolo subito dopo aver assunto droghe ma è necessario che egli abbia guidato in stato di alterazione causato da tale assunzione”,
precisando inoltre che “diversamente dall’ipotesi di guida sotto l’effetto di alcool, l’accertamento non può limitarsi né alla sola sintomatologia né al solo accertamento dell’assunzione, ma deve compendiare i due profili”.