È questo quanto emerge dalla prima indagine pilota realizzata da Save The Children, in collaborazione con il Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia), l’Università Cattolica “Sacro Cruore” di Milano e l’Università degli Studi di Pisa, che ha coinvolto 772 tredicenni di diverse città e provincie italiane.

L’indagine, la prima in Italia, è stata condotta mediante l’impiego dello strumento AbCD (Autovalutazione di base delle Competenze Digitali) che si compone di una serie di domande volte a rilevare le competenze digitali dei minori all’interno di quattro dimensioni: comprendere, essere, vivere assieme, vivere attivo e autonomo.

In estrema sintesi, dalla somministrazione del test, è emerso quanto segue:

  • il 56,8% dei minori non sa rispondere correttamente a più della metà delle domande relative alle competenze digitali sociali (ad esempio la conoscenza delle implicazioni legali della condivisione di contenuti offensivi);
  • il 46,3 % degli intervistati non possiede competenze minime relative all’identità digitale (ad esempio, età minima per avere un profilo social; regole relative alla cessione della propria immagine);
  • il 46,1 % dei ragazzi non ha saputo rispondere correttamente a più della metà delle domande relative alla comprensione delle fake news e alla loro manipolazione;
  • il 20,1 % dei tredicenni non raggiunge nemmeno livelli minimi di competenze relative all’alfabetizzazione digitale di base.

Questi dati, che sono per certi aspetti allarmanti, si spiegano in ragione di diversi fattori, tra cui il fatto che 1 ragazzo su 3 (pari al 30,4 % del campione) non possiede – secondo il rapporto – un tablet in casa e che 1 minore su 7 (pari al 14,2% del campione) non ha un personal computer.

La situazione non è migliore nell’ambito scolastico: il 37,5% dei minori ha dichiarato di non aver mai usato un PC in aula e l’82% di non aver mai utilizzato il tablet in classe.

Del resto, è comprensibile visto che l’Italia si posiziona, a livello europeo, tra i paesi con il minor indice di presenza di stumenti digitali all’interno delle scuole.

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