È stato presentato, l’11 febbraio scorso, il rapporto di ragazzidentro.it, dell’Osservatorio di Antigone sulle carceri minorili, intitolato “Keep it trill”, slang hip hop che unisce le parole true (genuino) e real (autentico).

Trill – ha spiegato, durante la conferenza stampa, Susanna Marietti di Antigone –

sono le storie dei ragazzi che finiscono nel circuito penale e che Antigone racconta […]. Trill è il ruolo che la giustizia minorile dovrebbe sempre avere: quello di proteggere i sogni più autentici dei ragazzi senza mai cedere a percorsi stereotipati, promuovendo per loro ogni opportunità futura e mantenendo genuine le loro vite.

I dati di questo rapporto, aggiornati al 15 gennaio 2022, mostrano come il sistema della giustizia penale minorile riesca, alla fine, nel suo intento, che è quello di rendere davvero residuale la detenzione di ragazzi e ragazze.

Tra le iniziative virtuose in questo senso si segnalano:

la rete “Rap dentro, nata nel 2020, per promuovere interventi volti sia all’espressione artistica sia al reinserimento sociale, attraverso l’hip hop, dei minori;

la serie video “Keep il trill. storie di ragazzi nelle carceri per minori, girata con il rapper Kento all’interno del carcere minorile di Casal del Marmo, Roma;

la comunità “La Collina” a Serdiana (CA), gestita da Don Ettore Cannavera, cappellano del vicino IPM di Quartucciu, che da venticinque anni si propone come una solida alternativa al carcere minorile.

Secondo Patrizio Gonnella, Presidente dell’Associazione Antigone, l’attuale codice penale

non soddisfa minimamente il principio, sancito nella Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia del 1989, del superiore interesse del minore. L’articolo 27 della Costituzione assegna alla pena una funzione rieducativa e pone limiti all’esercizio del potere di punire allo scopo di evitare trattamenti contrari al senso di umanità. Principi che, per essere adattati a ragazzi e ragazze, richiedono una diversa elencazione di reati e un ben più vario pluralismo sanzionatorio.

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