(Foto di Patrick Grüterichda Pixabay)

Il 5 maggio 2023 è stato presentato il rapporto stilato d’intesa tra la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e EURISPES dal titolo “La criminalità: tra realtà e percezione”, che restituisce uno spaccato dei fenomeni criminali in Italia tra il 2007 e il 2022.

L’indagine, condotta su un campione di 1.026 intervistati distinti per fasce di età, sesso e provenienza geografica, risponde a un’esigenza di informazione sui temi della sicurezza dei cittadini e rappresenta un utile strumento per elaborare strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni criminali e di implementazione della sicurezza reale o percepita.

La prospettiva di studio e l’analisi dei dati distinguono tra il rischio reale e quello percepito, categorie che spesso non collimano, l’uno basato su dati oggettivi e misurabili, l’altro condizionato da dinamiche soggettive come la paura e l’incertezza sul futuro.

Una particolare attenzione, poi, è dedicata agli eventi eccezionali che negli ultimi anni hanno interessato il mondo intero, dall’emergenza pandemica al conflitto russo-ucraino, e che hanno inciso sull’allarme sociale suscitato da talune categorie criminali.

Tra queste, la violenza domestica e contro le donne, come pure le violenze sessuali che, malgrado la diffusa riprovazione sociale, continuano a far registrare, in alcuni contesti, casi di omertà e sottovalutazione.

In tali contesti, talvolta, il percepito trova riscontro nel reale: a fronte di un tendenziale calo dei delitti commessi tra il 2007 e il 2022, le violenze sessuali mostrano un costante incremento nel biennio 2021-2022 (+11%). Anche gli omicidi con vittime di genere femminile hanno fatto registrare un incremento del 4% rispetto al 2021: su 124 vittime donne, 102 sono state uccise in àmbito familiare/affettivo e 60 di queste hanno trovato la morte per mano del partener o ex partener. Una diminuzione, invece, si registra per i delitti commessi in ambito familiare/affettivo (-6%).

Tra gli intervistati, l’1,7% ha dichiarato di essere rimasto vittima di violenza sessuale e il 5,5% di aggressioni fisiche. Gli episodi di violenza in ambito familiare mostrano percentuali significative e nel 47,4% dei casi non rappresentano un caso isolato.

In altri contesti, invece, la percezione di insicurezza non risponde ai dati ufficiali.

In ogni caso, il 56,2% delle vittime di reati decide di denunciare.

In una società complessa occorre certamente saper decifrare la realtà, senza banalizzazioni o semplificazioni. È un dato che “paura” e “incertezza” siano caratteristiche del nostro tempo, al punto da aver fatto coniare parole come “permacrisi” o “policrisi”.

Se per un verso l’insicurezza percepita deve essere ridimensionata alla luce dei dati concreti, al di là di luoghi comuni e facili allarmismi, dall’altro verso non si può trascurare la via della prevenzione e della repressione di condotte devianti che realmente si manifestano.

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