La Corte Suprema del Messico, in data 28 giugno 2021, ha approvato la legalizzazione dell’uso ricreativo della marijuana per gli adulti.

«È una giornata storica per il trionfo della libertà» ha detto lo stesso presidente del massimo tribunale messicano, Arturo Zaldívar.

Con otto voti a favore e tre contrari, la Corte ha eliminato i riferimenti in due articoli della Legge generale sulla salute che proibiva l’uso della marijuana fuori dal campo medico e scientifico.

Nella sentenza l’organo giudiziario ha poi nuovamente esortato il Parlamento ad occuparsi del tema, approvando una legge ed un regolamento per disciplinare chiaramente questo delicato tema che ha suscitato sempre numerose polemiche fra i favorevoli ed i contrari alla liberalizzazione dell’uso delle droghe leggere.

La decisione della Corte, ritenuta dai sostenitori della legalizzazione uno strumento rilevante per ridurre la violenza dei cartelli della droga nel paese sudamericano – esplosa dal 2006, in seguito ad una controversa operazione militare antidroga dall’allora governo federale con a capo il presidente Felipe Calderon – impegnerà ora il Ministero della Salute e la Commissione federale per la Protezione dai rischi sanitari (Cofepris) all’emanazione di appositi regolamenti che facilitino l’uso ricreativo della cannabis, assoggettandola comunque a regole simili approvate per altre sostanze, come le bevande alcoliche. In altre parole, dovrà essere proibito il consumo di marijuana in pubblico, davanti a minori o a terze persone che si sentano offese da tale uso, nonché dovrà essere vietata la guida di veicoli o macchinari pesanti alle persone che ne sono sotto l’influenza.

Il Messico dei cento morti al giorno causati dai narcos è, dunque, il secondo Paese latino-americano dopo l’Uruguay a liberalizzare l’utilizzo della cannabis.

Secondo un’analisi condotta nel 2020 dall’Agenzia del Congresso degli Stati Uniti per le ricerche, le operazioni dell’esercito messicano contro i narcos hanno causato circa 150 mila morti dall’anno in cui ha avuto inizio la repressione e circa 72 mila messicani scomparsi. Nel 2020, infatti, sono stati ben 35.484 gli omicidi riconducibili ai cartelli della droga.

Secondo gli esperti, tuttavia, la criminalità organizzata trae guadagno quasi esclusivamente dall’esportazione negli USA di cocaina, eroina e droghe sintetiche, oltre che dalla gestione di altri business illegali, quindi è improbabile che la sentenza porti a grandi cambiamenti immediati.

In ogni caso, difficilmente sarà consentito ai coltivatori-schiavi di fare ingresso nel mercato legale, essendo oltre un terzo della nazione in mano alle mafie.

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